“La storia ha bisogno di sapere dalla geografia ove furono e ove sono i luoghi delle genti, di cui si narrano la vicende e le gesta.
La geografia ha d’uopo di sapere dalla storia quali mutamenti subirono i luoghi stessi per darne il prospetto variato secondo i tempi.
Quindi ogni opera storica riguardante un popolo dovrebbe essere corredata di disegni e di luoghi da quel popolo abitati.” (Andrea Gloria – L’agro patavino )
il GONFALONE del Palio con l’immagine (opera del pittore Pietro Pigozzo) del Cardinale Giuseppe Sarto, Patriarca di Venezia, mentre ai primi di agosto del 1901 sale verso Cima Grappa per benedire la statua della Vergine Maria:
Vie: Callalta (oltre il cimitero), Cendrole, Curiotto, Pieve, Tirette (dall’innesto con via Cendrole per 1 Km).
Il nome Cendrole deriva quasi sicuramente da “cinerulae”, ceneri da incendi di boschi, individuate negli scavi che hanno rivelato l’esistenza di quello che a suo tempo fu un campo trincerato, a comprova, con i resti della lapide di Lucio Vilonio, della romanità del luogo.
Il Santuario dedicato a Maria Assunta e costruito a fianco del torrente Avenale (Venal), testimonia da ormai molti secoli il culto alla Vergine.
In via Tirette (dal nome dei signorotti trevigiani proprietari terrieri di un tempo) si conservano ancora una barchessa e i resti di un’antica casa padronale.
Il Curiotto (da “currulus” diminutivo di “currus” corso, scorrimento, scolo di acque piovane) staccandosi da via Callalta, anticamente via Grande, giunge attraverso un suggestivo percorso al Santuario della Madonna.
Attività: attività molitoria
Vie: Artesini, Aurelia, Boette, Cal Vecchia, Crosarazze, della Libertà, della Resistenza, ex Internati, Kennedy, Matteotti, Monte Tomba, Monfenera, Moro, Noaje, Palazzon, Raspa (oltre l’innesto con via Monte Tomba), Rizzette, Schiavonesca (oltre l’innesto con via Cal Vecchia), Vignole.
L’arida e ghiaiosa conformazione del terreno ben giustifica il nome di questa zona. Ne è significativa testimonianza etimologica Noaje, che indica terreni un tempo poco adatti alle coltivazioni e necessari di particolari attenzioni per una produzione adeguata. Il torrente Brenton, che pur si ipotizza sfruttato a fini irrigui sin dai tempi più remoti era causa di danni nelle abbondanti piene primaverili e autunnali.
La presenza romana è testimoniata da un tumulo, oggi totalmente spianato, in località artesini, dalla tipica suddivisione territoriale e dalle strade Aurelia e Schiavonesca.
Attività: panificazione e dolci
Vie: Alfieri, Arsure, Asolana (tratto insistente su Piazza Vittoria), Battisti, Bembo, Callalta (fino al cimitero), Canova, Carducci, Castellana, Dante, De Gasperi (sino alla Grotta di Lourdes), Foscolo, Fosse, Giorgione, Manzoni, Merry del Val , Michelangelo, Monico, Montegrappa, Piave, Sarto, Schiavonesca (sino all’innesto con via Cal Vecchia), Vivaldi. Borgo Rinascimento, Quartiere Ovest, Piazze: del Mercato, Pio X, Vittoria.
Alla congiunzione delle strade Asolana, Callalta, Castellana, Schiavonesca, il centro di Riese, sviluppatosi attorno al vecchio castello e alle chiese di S. Silvestro, prima e S. Matteo poi, era indicato nei documenti di fine ’800 come “Contrada Villa”.
Anche il tratto di strada che dalla provinciale Asolana portava verso sud-est al centro del paese era denominata “della Villa”.
Successivamente alla delibera comunale del 3 ottobre 1901 “Sulla spesa per la numerazione civica e per la denominazione delle Vie”, viene indicata “…strada comunale della Villa” la quale dalla traversa Castelfranco-Asolo, dal piazzale del Municipio…conduce alla strada comunale detta Lise”. Ciò conferma delle innumerevoli variazioni toponomastiche succedutesi negli anni. La Piazza ha sempre rappresentato il centro essenziale dei servizi comunitari, sia dal punto di vista civile che religioso.
Attività: attività sociali e commerciali (Sindaco, Parroco, Carabinieri, Medico, Negozianti, Scuola, ecc.)
Vie: Asolana (oltre Piazza Vittoria), Costanza, Campocroce, Gnocchi, Montegrappa (oltre l’innesto con via Asolana), Raposse, Raspa (sino all’innesto con via Monte Tomba), Tirette (dall’innesto con via Montegrappa per 400 m), Quartiere Longhin, Piazzetta Riesini nel mondo.
Dal soprannome (menda) di una famiglia residente in via Raposse, strada così denominata per la presenza, un tempo, della famiglia “dei Rapossi”.
La Borgata si estende verso nord, oltre il centro di Riese, lungo la strada provinciale Asolana, sino alla via Costanza, dove sorge la villa omonima, committente della famosa Pala del Giorgine. Celebre anche il pozzo, cinto superiormente da un’anello di pietra con attorno un distico latino che così recita:”Tuzio Costanzo cinse di marmorea ghiera questo pozzo donde acqua limpida sgorga, addì 25 ottobre 1516”.
Secondo la classificazione stradale dei primi anni del ‘900, la strada vicinale Rizzette ora in disuso, congiungeva direttamente la provinciale Asolana alla chiesa delle Cendrole, mentre dall’attuale via Tirette si dirigeva verso nord, in aperta campagna la strada vicinale Vignole.
La dicitura Rizzette e Vignole indica oggi due vie inserite in tutt’altra zona del paese (Borgata Jare).
Attività: dalla vendemmia alla torchiatura
Vie: Avenali, Cal di Riese, Cà Miane, Cavallo, De Gasperi (oltre la Grotta di Lourdes).
I depositi alluvionali riversati per millenni su questa parte del territorio riesino dal Musone (Muson, che nasce dalla zona pedemontana) e dall’Avenale (che nasce dalle colline asolane), allora autentici fiumi di portata e dal corso ben diversi dagli attuali, hanno reso questi terreni particolarmente fertili e adatti alle coltivazioni. In epoche più recenti lo stesso Avenale, i piccoli corsi d’acqua come il Cal di Riese, di cui restano ben visibili tracce e le risorgive, specie delle zone Fontane e Lise, hanno consentito il mantenimento della fertilità di queste terre grasse (grosse), ove erano numerosi anche i pozzi, segno della presenza di falde acquifere sotterranee. Dall’inventario delle strade di Riese ai primi del ‘900 si evidenziano quelle che, staccandosi dalla comunale Lise (Riese-Poggiana), sono divenute le attuali vie: Avenali, Cavallo, Cal di Riese, Arsure, mentre si è ormai perso il ricordo delle vicinali Cà Maggi e Montine.
Attività: “far su el porsel”
Dalla conformazione del terreno “poljana-pudania” o da una battaglia combattuta in loco “pugna-pugnala”, o come derivazione da un nome proprio “Palus-Paulus”, questa l’etimologia non ben definita dagli studiosi del toponimo Poggiana. Posta tra i torrenti Muson e Avenale, soggetta in origine a periodiche e devastanti inondazioni, era un tempo zona boscosa e ricca di animali selvatici, convertita poi, grazie anche ad un maggior controllo delle acque, in zona agricola. Il primo documento che parla di Poggiana è una bolla del 1153, di Papa Anastasio IV, per l’unione alla chiesa matrice delle Cendrole delle chiese di Poggiana e Vallà. L’erezione a parrocchia, con parroco e fonte battesimale, fu concessa, dopo anni di richieste, il 15 gennaio 1462 dal Vescovo di Treviso, Marco Barbo. Rimane comunque un forte legame di fede con Cendrole, perpetuato con processioni che molti anni fa si svolgevano anche più volte all’anno, con rituali e cerimonie ormai scomparsi.
Attività: processione (in ricordo delle processioni al santuario delle Cendrole da parte dei paesi limitrofi)
Il toponimo Spinea lascia intendere la presenza di piante e arbusti spinosi in un territorio un tempo soggetto alle disastrose alluvioni del Muson “…torrente vago e periglioso…” e del suo affluente Astego o Lastego “…torrente assai terribile e noto per le desolazioni che porta…”. Nella zona sud verso Cendrole, si innalza un tumulo probabilmente risalente all’età del bronzo. La chiesa di S. Antonio Abate, costruita intorno al 1500 e separata definitivamente dalla Pieve di Bessica, da cui dipendeva, nel 1813, sorge sulle rovine di un’antica cappella dedicata a S.Giustina. in località Mazolino esisteva un’altra cappella dedicata a S. Giorgio.
Notevoli proprietà terriere erano dei cavalieri crociati di S. Giovanni, più tardi cavalieri di Malta.
Tragici gli avvenimenti del 13 aprile 1945 con la distruzione di molte abitazioni, tra cui la settecentesca Villa Michieli, il danneggiamento di altre e l’imprigionamento a Bassano, sino al 24 aprile, di cinquantotto ostaggi.
Attività: pesca e cottura di pesce d’acqua dolce – lavori di fabbro
La presenza umana nel territorio di Vallà viene fatta risalire addirittura all’età del rame. Il suo toponimo è chiaramente originato dal latino “vallatum – vallum”: fossato che correva attorno ai fortilizi, o valli e conche dove stagnavano le acque.
Autorevoli storici ritengono che le fortificazioni, esistenti un tempo in località Castelliere, fossero opera longobarda a difesa di un tratto delle vie romane Aurelia e Postumia.
Sul piano ecclesiale l’antica cappella di S. Johannis de Vallado, originariamente soggetta alla pieve di Riese, si staccò da questa all’inizio del 1300, mentre sotto il profilo amministrativo e dopo numerose variazioni territoriali, Vallà sarà definitivamente aggregata al Comune di Riese nel 1818.
L’attuale chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, fu eretta fra il 1735 e il 1747 su disegno di Francesco Maria Preti, che negli stessi anni si occupò anche della ristrutturazione del complesso architettonico di Cà Emiliani o Cà Miane, con la villa e il pregevole oratorio intitolato a San Girolamo, discendente della nobile e antica famiglia veneziana.
Attività: filò e balli popolari di un tempo